Il Consiglio di Stato ha
confermato l’inammissibilità del ricorso proposto da Manlio Guadagnuolo contro
la nomina di Francesco Mariani a Presidente dell’Autorità portuale. Il TAR
Puglia aveva già deciso la questione, rilevando la nullità della notifica
dell’impugnativa. I Giudici di Palazzo Spada, pronunciandosi sull’appello
proposto avverso la decisione di primo grado, hanno definito “inattaccabile” la
sentenza del TAR barese, respingendo tutte le critiche ed eccezioni formulate
dalla difesa di Guadagnuolo. Il Presidente Mariani ha espresso l’auspicio che
tale decisione ponga fine all’annosa e sterile conflittualità di cui
Guadagnuolo si è reso protagonista. Quest’ultimo, in veste di Amministratore
delegato della Bari Porto Mediterraneo, società nei cui confronti l’Autorità
portuale aveva disposto l’annullamento concessione, illegittimamente rilasciata
in passato, per la gestione delle stazioni marittime, aveva promosso numerosi
contenziosi assai onerosi per quella società proprio nei confronti
dell’Autorità portuale. Nel quadriennio 2007-2011, i costi per spese legali
sostenuti dalla società di cui Guadagnuolo è stato amministratore, sfiorano i
900.000 euro. Detti oneri rappresentano una della cause principali del dissesto
in cui versa la stessa Società, che si trova in liquidazione da oltre un anno e
che attualmente è praticamente in stato di insolvenza. Fra l’altro, la
situazione finanziaria e patrimoniale della Bari Porto Mediterraneo è aggravata
dalla richiesta di risarcimento dei danni avanzata dallo stesso Guadagnuolo, a
cui era stato revocato l’incarico di amministratore delegato. La somma pretesa
da Guadagnuolo supera i due milioni di euro, comprendendo anche la cifra di
60.000,00 per mancato utilizzo dell’auto aziendale. Sotto la gestione
Guadagnuolo, la BPM si è resa responsabile di gravissimi inadempimenti nei
confronti dell’A.P, fra i quali: a) il mancato pagamento del canone di
concessione dovuto in base a titoli esecutivi tuttora validi ed efficaci; b) il
mancato pagamento della somma dovuta a titolo di rimborso della partecipazione
societaria per effetto dell’esclusione dell’A.P. dalla compagine societaria,
oltre abusi in danno del demanio marittimo ed al relativo mancato pagamento
delle somme dovute a titolo di indennizzi. La stessa Procura Regionale della
Corte dei Conti, nell’invito a dedurre del 19 ottobre 2011, rivolto ai soggetti
ritenuti responsabili di aver cagionato all'Autorità Portuale un ingente danno
(ivi compresa la stessa Società BPM srl, in quanto concessionaria di un
pubblico servizio), ha ritenuto di quantificare il danno erariale, in termini
di minori entrate, in ragione di complessivi euro 11.221.962,43.