Verrà progettata l’installazione di un mini-reattore chiuso sulle grandi navi
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Il gruppo navalmeccanico Fincantieri e la società di certificazione e classificazione RINA, che hanno in atto un accordo di collaborazione per la decarbonizzazione del settore navale ( del 22 marzo 2022), hanno siglato un’intesa con la londinese newcleo, che possiede un centro di ricerca e sviluppo a Torino e che è impegnata nello sviluppo di reattori nucleari innovativi di IV generazione che utilizzano scorie nucleari esistenti come combustibile, con lo scopo di cooperare allo studio di fattibilità per la propulsione navale nucleare attraverso l’applicazione di un progetto di mini-reattore chiuso da utilizzare su grandi navi, sfruttando la tecnologia dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo di newcleo.
I partner dell’intesa hanno spiegato che l’impiego dell’innovativo reattore veloce raffreddato al piombo (LFR) di newcleo per la propulsione navale comporterebbe l’installazione di un mini-reattore chiuso sulle navi che funzionerebbe alla stregua di una piccola batteria nucleare in grado di produrre una potenza elettrica di 30 MW. Ciò richiederebbe rifornimenti sporadici (solo una volta ogni 10-15 anni), una manutenzione molto limitata e una facile sostituzione del reattore a fine vita.
Ricordando che nei giorni scorsi presso l’International Maritime Organization sono stati approvati i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra prodotte dalle navi, per azzerarle entro o intorno al 2050 ( del 7 luglio 2023), newcleo, Fincantieri e RINA hanno evidenziato che «l’utilizzo dell’energia nucleare pulita per alimentare le navi contribuirebbe a decarbonizzare rapidamente un settore alle prese con l’enorme consumo di combustibili fossili e le conseguenti emissioni di carbonio». «Inoltre – hanno sottolineato – l’utilizzo dell’energia nucleare sulle navi salvaguarda l’ecosistema marino in caso di incidente. Con il progetto di newcleo – hanno spiegato i tre partner – il piombo liquido all’interno del reattore si solidificherebbe raffreddandosi a contatto con l’acqua fredda, racchiudendo il nucleo del reattore in un involucro solido e contenendo tutte le radiazioni grazie alle proprietà schermanti del piombo. Infine, i reattori per prolusione navale di newcleo eliminerebbero l’attuale necessità di rifornimenti frequenti e, al termine della loro vita, l’intera unità LFR verrebbe semplicemente rimossa e sostituita con una nuova, mentre l’unità esaurita verrebbe portata via per lo smantellamento e il riprocessamento».
Articolo realizzato da InforMare S.r.l. – Riproduzione riservata.
26 Luglio 2023
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