Ryckbost (ESPO): è un documento forte e arriva al momento giusto
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Oggi il Parlamento europeo ha approvato con 585 voti favorevoli, 21 contrari e 26 astensioni la proposta di risoluzione “Costruire una strategia portuale europea globale”, relatore Tom Berendsen, che invita a tener conto dell’importanza strategica dei porti per il settore europeo dei trasporti e per l’economia europea nel suo complesso e invita la Commissione Europea a proporre in via prioritaria una strategia portuale europea globale che garantisca la competitività e la resilienza future dei porti europei e impedisca qualsiasi dipendenza dall’estero in questo settore.
La proposta di risoluzione evidenzia, in particolare, che «l’influenza straniera sulle infrastrutture critiche europee costituisce un problema in quanto rischia di compromettere la sicurezza, l’indipendenza economica e la resilienza dei singoli Stati membri e dell’Unione nel suo complesso. Consentendo tale influenza straniera – sottolinea la proposta di risoluzione – l’UE è sempre più vulnerabile dal punto di vista economico ed esposta a pressioni illegittime da parte di Paesi terzi autocratici. Inoltre, l’acquisizione da parte di soggetti stranieri di informazioni sui flussi completi di merci in entrata e in uscita dall’UE fa aumentare il rischio di spionaggio, come già segnalato dai servizi di intelligence nazionali».
La proposta di risoluzione evidenzia la necessità che gli Stati membri e i porti dell’UE «adottino in via prioritaria un approccio strategico comune e rigoroso allo sviluppo delle nostre infrastrutture critiche. Pertanto, in aggiunta alla revisione del regolamento TEN-T e alla prossima revisione del regolamento IED – spiega il documento – invitiamo la Commissione a proporre una strategia portuale europea globale che assicuri la competitività dei porti europei e nel contempo ne garantisca l’indipendenza economica dagli attori di Paesi terzi. Tale strategia deve stabilire limiti agli investimenti esteri al fine di evitare la presenza di Paesi terzi potenzialmente capaci di compromettere la sicurezza o l’ordine pubblico nella nostra Unione. Essa deve inoltre creare un quadro adeguato affinché gli investitori pubblici e privati europei investano nelle infrastrutture portuali critiche e rafforzino la resilienza dei punti di accesso alla nostra economia».
Rilevando che nell’odierno contesto geoeconomico e geopolitico è chiaro che il ruolo strategico dei porti sta diventando sempre più importante, l’European Sea Ports Organisation ha accolto con grande favore il voto di oggi del Parlamento europeo osservando che «il testo votato dimostra anche una buona comprensione delle sfide che i porti si trovano ad affrontare e degli elevati investimenti di cui i porti necessitano per essere in grado di svolgere il ruolo essenziale e più globale che hanno oggigiorno». ESPO ha accolto anche con favore l’attenzione del Parlamento nel mettere in primo piano la competitività dei porti europei e nel richiedere sostegno per il ruolo dei porti nella transizione energetica, in particolare in termini di sviluppo delle infrastrutture nei porti per l’idrogeno e di accelerazione delle procedure di autorizzazione. Si chiede inoltre – ha specificato l’associazione – di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e delle imprese, evitando oneri amministrativi eccessivi, potenziando i collegamenti con l’hinterland da e verso i porti, nonché fornendo dotazioni portuali dedicate nell’ambito del Meccanismo per collegare l’Europa.
«Questo rapporto del Parlamento – ha affermato Isabelle Ryckbost, segretaria generale di ESPO – è un documento forte. Arriva al momento giusto. I porti in Europa sono in transizione. Sia nel loro ruolo tradizionale di porte d’accesso al commercio e di nodi nelle catene di approvvigionamento, sia nel loro nuovo ruolo di facilitatori delle importanti transizioni europee, i porti stanno svolgendo un ruolo sempre più strategico e critico. Ciò può essere sostenibile solo se esiste una politica di sostegno che sia stabile, fornisca certezza e aiuti i porti a rimanere competitivi, anche nei confronti dei porti extraeuropei. Per noi, sostenere e consentire ai porti di mantenere il loro importante ruolo, di prepararsi e “costruire” per i loro nuovi ruoli nel raggiungimento delle ambizioni dell’Europa è la migliore strategia portuale possibile». Articolo realizzato da InforMare S.r.l – Riproduzione riservata 18 Gennaio 2024 |