Rammarico dell’associazione armatoriale per il sostegno espresso dalle associazioni dei porti e degli spedizionieri al recente voto del Parlamento UE

L’associazione degli armatori europei ha espresso rammarico per il parere favorevole espresso dalle associazioni dei porti e degli spedizionieri dell’Unione Europea rispetto all’approvazione da parte del Parlamento europeo dell’inclusione delle emissioni prodotte dallo shipping nel sistema europeo di scambio di emissioni ETS, inclusione che avrà effetto dal 2023 se entro il 2021 l’International Maritime Organization (IMO) non riuscirà ad adottare un sistema di valenza internazionale.
L’errore dei porti e degli spedizionieri è – secondo l’European Community Shipowners’ Associations (ECSA) – di sostenere un approccio regionale alla questione con l’intento di raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni delle navi, mentre per l’associazione armatoriale europea questo approccio ha l’effetto contrario.
«Nel mese di ottobre dello scorso anno – ha ricordato il segretario generale dell’ECSA, Patrick Verhoeven – gli Stati membri dell’IMO hanno concordato una tabella di marcia per limitare le emissioni di gas serra prodotte dal trasporto marittimo che si sta implementando in due fasi per mettere a disposizione una strategia globale finale entro il 2023. La richiesta del Parlamento di mettere a disposizione già due anni prima un sistema a livello globale paragonabile al sistema ETS dell’UE non tiene conto dell’impegno internazionale che i paesi dell’IMO, tra cui tutti gli Stati membri dell’UE, hanno ratificato e lo mette a repentaglio».
«È un vero peccato ed è preoccupante – ha lamentato Verhoeven – che i nostri partner della catena logistica avvallino un approccio regionale. Anche se riconosciamo e sosteniamo l’atteggiamento proattivo dei porti e degli operatori logistici per ridurre le emissioni di gas serra – ha precisato il segretario generale dell’ECSA – siamo delusi dal fatto che non vedono come la posizione del Parlamento otterrà l’esatto contrario di ciò che dicono di voler ottenere: un accordo mondiale ambizioso ed efficace per lo shipping. Per non parlare poi degli effetti negativi che un ETS regionale avrà sui porti dell’Unione Europea che sono aperti alla concorrenza dei porti extracomunitari vicini, come gli hub del Mediterraneo e – con la Brexit – i porti del Mare del Nord».
«Invece di dare sostegno ad una sollecitazione regionale – ha concluso Verhoeven – invitiamo i nostri fornitori di servizi e clienti a far sentire la loro voce in sede IMO. Ora è qui che si svolge il vero lavoro».

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