Per lo sviluppo economico del Brasile è fondamentale il miglioramento delle infrastrutture, soprattutto di quelle portuali. Lo ha affermato Leonidas Cristino, Ministro per i porti del Brasile, nel suo discorso di apertura del Seminario “Brasile – Italia. Cooperazione portuale e integrazione logistica” organizzato a Roma dall’Ambasciata del Brasile in Italia in collaborazione con Assoporti, Confitarma, Assonave, Antaq e Sep. Il Seminario, introdotto da José Viegas Filho, Ambasciatore del Brasile in Italia e da Hadil Fontes da Rocha Vianna, Sottosegretario generale per la Cooperazione, Cultura e Promozione Commerciale del Ministero delle Relazioni esterne del Brasile, ha visto un’ampia partecipazione di autorità e rappresentanti dei principali porti brasiliani e di operatori italiani. Il Ministro Cristino ha sottolineato come il Brasile, che ormai si pone al settimo posto tra le principali economie mondiali, è un forte esportatore di materie prime (minerali di ferro, petrolio e carburanti, soia e derivati, carne, caffè ecc) destinate per il 28% ai paesi asiatici, per il 24% a quelli del Sud America, per il 21 all’Unione europea e per il 10% agli Stati Uniti. Per consolidare il proprio sviluppo il Brasile sta investendo molto nel settore dei trasporti e delle infrastrutture e grazie alla creazione del Ministero dei porti , voluto da Lula nel 2007, ha avviato un programma di investimenti imponente nei 34 porti pubblici e nei 129 terminal gestiti da privati con l’obbiettivo di ampliare l’attuale capacità dei porti brasiliani da 834 milioni di tonnellate 1,7 miliardi di tonnellate nel 2022. Questo programma prevede investimenti per i dragaggi nei porti, recupero e miglioramento degli attracchi, sviluppo e ampliamento dei terminal passeggeri in vista della World Cup del 2014, sviluppo del Vessel Traffic Management System VTMS, oltre ad un notevole sviluppo della logistica con lo scopo di snellire i tempi di permanenza delle navi nei porti grazie ad uno sportello unico che riduca l’esigenza di documentazione cartacea. Paolo d’Amico, Presidente Confitarma, dopo aver sottolineato gli ottimi rapporti che da sempre esistono tra i due paesi, testimoniati anche dai 25 milioni di oriundi italiani presenti in Brasile, ha ricordato che dall’analisi del flusso di merci tra l’Italia ed il Brasile nel 2010, sia per quantità che per valore, emerge come il nostro paese rappresenti il 4° partner europeo in termini quantitativi (oltre 11 milioni di tonnellate) ed il 3° in valore (oltre 7 miliardi di euro). A livello mondiale il nostro paese rappresenta il 9° partner commerciale del Brasile. “Armatori e autorità portuali italiane possono e devono cogliere l’opportunità di cooperazione e integrazione che viene offerta da un paese come il Brasile, anche alla luce del recente partenariato strategico sottoscritto a Washington dai nostri governi, che tra l’altro prevede importanti collaborazioni nel settore della costruzione navale e dei programmi di sviluppo dei porti brasiliani, rafforzando il già forte legame tra i nostri Paesi”. Il Presidente d’Amico ha poi fatto presente che, sulla relazione di traffico italo-brasiliana, con particolare riferimento alla tassa di ancoraggio, occorrerebbe risolvere il problema del pari trattamento delle navi nazionali allorquando scalano i porti dei due paesi, problema che ad oggi non ha trovato accoglimento da parte brasiliana. Paolo Ferrandino, Segretario generale di Assoporti, ha ricordato che il sistema dei porti italiani è articolato e complesso. La collocazione baricentrica nel Mediterraneo dei porti del sud d’Italia, la prossimità all’Europa continentale, centrale e orientale dei porti liguri e dell’Alto Adriatico, e tutti gli altri porti distribuiti lungo le coste nazionali, consentono alla portualità italiana di svolgere un ruolo di snodo per la redistribuzione all’interno del Mediterraneo di grandi flussi di traffico oceanico, nonché di porta di accesso per raggiungere agevolmente le realtà produttive e le aree di consumo italiane. Già oggi diversi porti italiani sono toccati da linee marittime regolari dirette in Brasile. “La presenza a questa giornata di alcune Autorità portuali italiane – ha concluso Ferrandino – è la esplicita manifestazione dell’interesse a mantenere e sviluppare relazioni economiche che potranno beneficiare delle positive performance dell’economia brasiliana e dell’azione di miglioramento della capacità dei porti italiani che le Autorità portuali portano avanti in una fase di lenta ripresa dell’economia italiana”. Il sistema di regolamentazione dei porti brasiliani è stato illustrato da Tiago Lima, Direttore Generale dell’Agenzia nazionale dei Trasporti Acquaviari (ANTAQ), l’Agenzia governativa che ha il compito di attuare le politiche adottate dal Ministero dei Trasporti e dalla Segreteria dei porti, grazie ad una completa indipendenza decisionale. L’ANTAQ oltre a regolare i porti del paese si occupa anche dello sviluppo del trasporto fluviale interno quale modalità alternativa alla modalità stradale. A tal fine, vi è un notevole interesse ad attrarre investimenti stranieri. Nel pomeriggio si sono svolti incontri bilaterali tra aziende brasiliane e le controparti italiane. Altero Matteoli, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, e Leonidas Cristino, Ministro per i Porti brasiliani, hanno firmato un memorandum d’intesa per lo sviluppo della cooperazione tra i sistemi portuali e la logistica di Italia e Brasile.