La Federazione del Mare,
che riunisce il cluster marittimo italiano, condivide gli obiettivi di urgenza,
equità e rilancio della crescita economica alla base del decreto del governo
per il consolidamento dei conti pubblici. Proprio per questo, la Federazione
esprime forte perplessità riguardo alla decisione governativa di imporre una
tassazione sullo stazionamento nelle acque nazionali di imbarcazioni italiane o
estere, tassazione che tende ad allontanarle dal nostro Paese, penalizzando
così la non irrilevante quota dell'economia che trae alimento dalla nautica da
diporto e dal turismo ad essa legato. La Federazione raccomanda pertanto che
nell'iter di conversione della norma in Parlamento venga valutata la
possibilità di ricorrere a forme di tassazione alternative delle unità da
diporto, che non ne scoraggino la permanenza nelle nostre acque. Il sistema
marittimo italiano costituisce uno dei soggetti economici dello sviluppo, come
rilevato dal Censis nel 45' Rapporto Annuale presentato nei giorni scorsi a
Roma e Milano, e produce complessivamente beni e servizi per un valore di 39,5
miliardi di Euro (2,6% del PIL). L'Italia è prima in Europa nell'interscambio
via mare con 240 milioni di tonnellate di merci e nel turismo crocieristico con
6,7 milioni di passeggeri, nonché nel mondo nella costruzione di navi
passeggeri e motoryacht di lusso, fornendo occupazione a circa il 2% della
forza lavoro del Paese (480mila addetti). La Federazione del Mare riunisce gran
parte delle organizzazioni del settore: Aidim Ancip, Ania, Assologistica,
Assoporti, Assorimorchiatori, Assonave, Collegio Capitani, Cetena, Confitarma,
Federagenti, Fedepiloti, Federpesca, Fedespedi, Inail / ex Ipsema, Rina,
CONS.A.R e Ucina.