Autonomia finanziaria per i porti, ultima spiaggia. Dopo la bocciatura del governo, ora l’idea che circola a Roma è quella di convincere il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, a presentarsi in Parlamento, davanti alle commissioni di Camera e Senato in seduta congiunta, per trovare un accordo.

 

Questa è l’idea che di cui hanno parlato ieri alla Spezia i due presidenti delle commissioni dove, si sono discusse, o si dovranno discutere, le ipotesi di riforma della legge dei porti: Luigi Grillo (Lavori pubblici, senato) e Mario Valducci(Trasporti e comunicazioni, camera dei deputati). L’idea sarebbe quella di provare a trovare un accordo con il ministro sulla percentuale dell’Iva generata dai porti da trattenere alle Autorità portuali: in buona sostanza, il succo dell’autonomia finanziaria, che tuttavia Tremonti non ha mai visto di buon occhio – tanto più ora in tempi di manovra finanziaria.

 

Il rischio, sottolineato dal Tesoro, è una dispersione delle risorse. E questo anche per il fatto che in Italia ci sono Authority che spendono troppo, e altre che non spendono a sufficienza. Grillo insiste comunque per una misura comune: chiede dunque una percentuale che generi «anche meno rispetto ai 400 milioni all’anno che in media sono stati destinati alle Autorità portuali dal 1998 al 2006».

 

C’è poi l’emendamento, che doveva entrare nel decreto incentivi, ma che invece sarà accorpato a un nuovo progetto di riforma portuale, che propone un tetto temporale di spesa per le Authority: se entro due anni gli enti portuali non spendono i soldi ricevuti con l’autonomia finanziaria, questi dovranno essere restituiti allo Stato. Una sorta di blindatura contro eventuali sprechi.

 

Quella dell’autonomia finanziaria, dice il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo, è «una battaglia che va sostenuta fino in fondo». Intanto però, il numero uno di palazzo San Giorgio invita a guardarsi intorno, sottolineando che la via del finanziamento pubblico in futuro sarà sempre più accidentata, e per questo sollecita una maggiore attenzione da parte degli investitori privati, «come ad esempio le fondazioni bancarie».

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 25.05.2010)