A causa delle interruzioni alla libera
circolazione delle merci determinata da una delle 13 sigle dell’autotrasporto,
dopo Fiat anche Coca-Cola Italia è stata costretta a fermare la produzione
negli impianti di produzione di Marcianise (Caserta) e Rionero in Vulture
(Potenza). Una scelta dettata dall'impossibilità di ricevere le materie prime
per la produzione di bevande gassate e per l'imbottigliamento di acqua minerale
e poter permettere il normale deflusso dei prodotti dai magazzini. La Fiat di
Cassino è al terzo giorno di fermo consecutivo. E, secondo una denuncia della
Coldiretti, «sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel
confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti
alimentari deperibili come i fiori e la frutta e la verdura che non hanno
potuto recarsi al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo
sciopero dei Tir che non ha fermato purtroppo soltanto la Fiat». A Napoli la
Coldiretti ha distribuito gratis frutta e ortaggi, prodotti rimasti invenduti a
causa del blocco dei Tir e che rischiavano di marcire nei depositi dei
produttori agricoli.