GENOVA – L'Europa si è fermata ieri per ricordare le vittime del maremoto nell'Oceano Indiano. In Liguria, i tre minuti di silenzio sono partiti, per inziativa dell'Authority, al suono della sirena di una nave ancorata nel porto di Genova, la “Splendid” del gruppo Grimaldi. Intanto, non si fermano il conto dei danni e le iniziative di solidarietà. Il Wall Street Journal prevede che l'impatto sulle economie dei paesi colpiti dall'onda sarà basso, perché non è stata toccata la produzione agricola e industriale. L'economista Wing Tye Woo, dell'Università di California, sottolinea come il contracolpo si concentri sulle zone più povere dell'area. Sempre secondo il giornale finanziario di New York, anche porti e reti di trasporto sono rimasti intatti.

Dal canto suo l'Itf, il sindacato internazionale dei trasporti, afferma in un comunicato che i danni dovuti al maremoto hanno interessato soprattutto lo Sri Lanka. Nell'isola, “i porti di Trincomalee e Galle sono stati danneggiati molto gravemente. Gli uffici sindacali in entrambi i porti sono stati completamente cancellati e sono segnalate perdite di vite umane e danni alle proprietà”. Meno critica la situazione in India, dove “i tre maggiori porti della costa meridionale, Chennai, Ennore e Tuticorin, hanno evitato perdite umane, patendo danni solo a banchine, attrezzature e gru”.

I lavoratori delle ferrovie indiane hanno offerto il salario di un giorno di lavoro in aiuti, mentre da Londra l'Itf si è attivata per raccogliere fondi che permetteranno di ricostituire l'attività sindacale nella regione, quando lo sforzo umanitario di base a favore delle popolazioni sarà concluso.

Uno studio della Standard Chartered Bank, citato dall'International Herald Tribune, afferma che la crescita del Pil sarà indebolita solo dell'1% in Tailandia, del 2% in Sri lanka e del 4% alle Maldive, mentre secondo il Wsj, il Pil di India e Indonesia resterà intatto. Alla grande perdita di vite umane non avrebbe quindi corrisposto la distruzione delle infrastrutture produttive.


Alberto Ghiara