Durante l’assemblea annuale, che si è svolta pochi giorni fa a Roma, Assoferr – alla presenza del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Bartolomeo Giachino – è tornata a chiedere un tempestivo intervento del governo sulla situazione drammatica in cui versa il trasporto ferroviario delle merci.

 

Come già più volte rimarcato da Assoferr la reiterata mancanza di una politica ferroviaria delle merci da parte degli ultimi governi – troppo subalterni ai piani industriali Fs unicamente votati all’alta velocità passeggeri – sta portando il nostro Paese a rinunciare al sistema ferroviario cargo.

 

Assoferr ha da tempo individuato quelle azioni urgentissime da porre in atto da parte del governo per far almeno ripartire il sistema in attesa della definizione di una politica basata su un progetto di medio-lungo termine per il rilancio della ferrovia.

 

Assoferr chiede il contratto di servizio in modo tale che Trenitalia Cargo possa ripristinare il traffico diffuso e in particolare quello dei treni diretti al servizio delle Pmi e alle officine per la manutenzione-riparazione dei carri ferroviari.

 

Chiede inoltre atti regolativi, così che le prestazioni di traffico diffuso siano effettuate da Trenitalia Cargo con un atteggiamento commerciale consono – attualmente le rimanenti attività a traffico diffuso vengono effettuate anche con aumenti del 400 per cento.

 

L’associazione che riunisce gli operatori ferroviari propone anche la riapertura – attraverso il contratto di servizio o l’affidamento a Rfi – delle officine di manutenzione dei veicoli) dislocate lungo la rete chiuse o dismesse da Trenitalia ma che sono assolutamente necessarie a garantire la sicurezza della circolazione ferroviaria.

 

Assoferr richiama infine Rfi «perché ottemperi al suo ruolo di “soggetto pubblico” in tema di investimenti e adeguamenti della rete e degli scali, soprattutto in tema di merci pericolose e non solo; rispetti la delega assegnatagli in tema di autorità competente in fatto di omologazione-autorizzazione-modifica di cisterne ferroviarie destinate al trasporto di merci pericolose; non dismetta e disabiliti le stazioni perché non più utilizzate da Trenitalia; incentivi l’utilizzo di raccordi ferroviari».

 

«Chiarisca – infine – sull’utilizzo di asset quali terminal, centri merci, ecc. e in particolare rivisitazione del decreto 7 luglio 2009 che almeno recepisca il libero accesso ad ogni impresa ferroviaria in ogni scalo merci presente della rete ferroviaria».

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 03.05.2010)