E' stato presentato a Gorizia lo studio di fattibilità per il
terminal container di Monfalcone, che a regime dovrebbe essere in grado di
movimentare fino a 3,2 milioni di teu e un traffico di oltre 600 navi all'anno.
Lo studio, realizzato nell'ambito del programma Snodo 2 del Ministero delle
Infrastrutture, si basa sulla proiezione di scenari (dal 2016 al 2030) indotti
dalle ricadute positive e negative sul territorio e muove dalla proposta
avanzata da APM Terminals (Unicredit e AP Møller – Maersk) di creare a
Monfalcone un terminal container di rilevanza europea. Secondo il progetto il
terminal dovrebbe occupare una superficie di circa 1,2 milioni di metri
quadrati, dotata di sistemi di movimentazione completamente automatizzati e
quattro accosti per altrettante navi. Il Masterplan prevede anche la
realizzazione di un nuovo terminal Ro-Ro di 13,5 ettari, con una darsena di
profondità di 12 metri, due banchine per l'accosto simultaneo di due navi fino
a 245 metri e la possibilità di creare un terzo accosto. Lo studio prevede
inoltre la realizzazione di una stazione per il traffico passeggeri e di un
terminal ferroviario, con adeguamento ed estensione della rete fino alla
stazione di Monfalcone. L'investimento complessivo stimato è di un miliardo e
358 milioni di euro. Secondo la stima degli impatti diretti del progetto sul
territorio, un porto capace di movimentare 2,5 milioni di teu l'anno creerebbe
le condizioni per 4.191 posti di lavoro, per un valore aggiunto lordo di 248
milioni di euro e un fatturato stimabile in 448 milioni. “La Regione crede
fermamente nel progetto”, ha detto l'assessore regionale alle
Infrastrutture Riccardo Riccardi, secondo cui “la sfida da vincere
riguarda non solo Gorizia o la regione, ma tutto l'arco subalpino”.
Riccardi ha poi ricordato che a breve approderà in Consiglio regionale per la
discussione in aula ddl sulla portualità.