Un decreto firmato dai ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente, Corrado Passera e Corrado Clini, ha tagliato le stime per il futuro energetico dell’Italia. Nonostante il futuro energetico del Paese  rimanga agganciato in misura preponderante al metano, è previsto un solo grande rigassificatore, aggiuntivo ai due in funzione (Panigaglia e Rovigo) e quello che sta per entrare in funzione a Livorno, che potrà godere di garanzie e sovvenzioni pubbliche secondo il principio del «recupero garantito dei costi». Se qualcuno vorrà costruirne degli altri dovrà fare da solo, con le logiche «di mercato», anche se potrà contare su una «semplificazione amministrativa». Il Governo ritiene sufficiente un incremento di circa 75 milioni di metri cubi al giorno di ulteriore capacità di erogazione alla punta e di circa 5 miliardi di metri cubi nella capacità di stoccaggio. Ciò consentirà di mettere in sicurezza il sistema «in caso di situazioni di emergenza analoghe a quelle del febbraio 2012, riducendo progressivamente la necessità di misure di contenimento dei consumi industriali e di mantenimento attivazione di centrali elettriche di riserva alimentati a olio combustibile». L’unico rigassificatore previsto, in un sito ancora tutto da definire, dovrà avere una capacità di 8 miliardi di metri cubi, con un contributo alla punta di 24 milioni di metri cubi giornalieri, «incrementabili a 16 nel caso non si realizzasse almeno uno dei nuovi gasdotti di importazione» previsti da oriente.