In merito alle notizie circolate su alcuni organi di stampa – probabilmente male informati e che non hanno ritenuto utile confrontarsi con l’azienda  – circa la riorganizzazione del cantiere integrato militare Riva Trigoso – Muggiano, Fincantieri ritiene doveroso fare alcune precisazioni.”In data 14/10/2011 FIM, FIOM e UILM hanno sottoscritto con l’azienda un accordo per i due siti che, sulla base delle tutt’ora immutata e drammatica situazione di mercato, definiva le condizioni operative necessarie ad assicurare una prospettiva di continuità produttiva e occupazionale. Tale accordo verteva sulla necessità di una ridefinizione dell’aspetto organizzativo, considerato dalle parti “imprescindibile” per la sopravvivenza del polo militare, attraverso l’integrazione delle strutture direzionali, tecnico-gestionali e di supporto e la messa in efficienza delle diverse fasi produttive di ciascun sito, anche attraverso accorpamenti di aree di lavoro. In quella circostanza le parti si dichiararono “disponibili ad operare per il raggiungimento di tali obbiettivi”.  Oggi, a più di un anno dalla creazione del cantiere integrato militare, stante la consapevolezza della necessità di tali interventi organizzativi, non è più possibile considerare il sito del Muggiano come autonomo, banalizzando e strumentalizzando tutti gli sforzi compiuti dall’azienda per assicurare la sopravvivenza in un quadro di mercato in persistente contrazione. L’unificazione dell’ufficio tecnico di sviluppo del cantiere integrato e la creazione di due presidi tecnici di sito devono essere considerate in quest’ottica di efficienza.  Tale sinergia è stata ottenuta senza alcun impatto occupazionale in entrambi gli stabilimenti, senza “trasferimenti forzosi di cervelli”, che continueranno a svolgere il loro compito in strutture diverse all’interno dello stesso sito. È per tanto mistificatorio affermare che la capacità progettuale del cantiere di Muggiano risulti impoverita, quando l’azienda vi ha costituito e mantenuto la progettazione dei Mega Yacht, un centro di eccellenza di livello internazionale che non viene per nulla intaccato dalla riorganizzazione in essere. Fincantieri inoltre, durante gli scorsi mesi, ha più volte incontrato la R.S.U., informandola di tutte le iniziative intraprese nella logica dell’accordo del 14/10/11, e un ulteriore incontro era già stato fissato con la Direzione Navi Militari per il 14 giugno. E’ doveroso sottolineare che l’azienda, stante il calo del carico di lavoro, si è mossa per ridurre l’impatto della cassa integrazione anche attraverso l’internalizzazione di alcune attività di appalto sia a Muggiano che a Riva Trigoso, utilizzando proprio personale per svolgere attività di scafo e di allestimento e  assegnando affidi di progettazione da altri cantieri del gruppo. Se a tutti questi sforzi corrisponde una reazione come quella odierna delle Organizzazioni sindacali, a cui la stampa ha dato ampio risalto, contribuendo a fare cattiva informazione e a creare tensioni assolutamente ingiustificate, viene spontaneo pensare che si preferiscano logiche di mantenimento dello status quo, che non allontaneranno i rischi occupazionali, ma li renderanno ancora maggiori. Una volta per tutte bisogna considerare la crisi per quello che è, ovvero un dramma epocale. L’azienda per salvare se stessa e l’occupazione deve riorganizzarsi. Per farlo ha stipulato accordi sindacali che ha rispettato,  rispetterà e intende far rispettare. Se il sindacato ritiene ad ogni piè sospinto di rimettere in discussione gli accordi presi, sappia che la Direzione è troppo impegnata a cercare nuovi ordini, anche a vantaggio delle maestranze che dice di rappresentare, e non si presterà a balletti che avranno per conclusione solo il declino delle costruzioni navali in Italia.”