La prima metà del 2016 è stata archiviata con un utile netto di cinque milioni di euro. In calo i risultati della controllata VARD

Il gruppo navalmeccanico italiano Fincantieri ha chiuso il primo semestre di quest’anno con un utile d’esercizio di cinque milioni di euro rispetto ad un risultato di segno negativo per -19 milioni di euro nella prima metà del 2015. I ricavi sono cresciuti del +2,1% a 2,27 miliardi di euro, di cui 1,66 miliardi di euro totalizzati nel segmento Shipbuilding (+6,7%), 536 milioni di euro nel segmento Offshore (-14,4%) e 131 milioni di euro nel segmento Sistemi, Componenti e Servizi (+37,9%). EBITDA ed EBIT sono stati pari rispettivamente a 113 milioni di euro (-11,7%) e 61 milioni di euro (-17,6%).
Nei primi sei mesi del 2016 il gruppo ha ottenuto nuovi ordini per 5,85 miliardi di euro, con un incremento del +40,3% sullo stesso periodo dello scorso anno. Fincantieri ha precisato che negli ordini complessivi, al lordo dei consolidamenti, il settore Shipbuilding pesa per l’87% (90% nel primo semestre 2015), il settore Offshore per il 12% (3% nel primo semestre 2015) e il settore Sistemi, Componenti e Servizi per il 5% (8% nel primo semestre 2015).
Il valore del portafoglio ordini del gruppo al 30 giugno scorso si è attestato a 19,29 miliardi di euro, con 103 navi in portafoglio, superiore del +56,8% rispetto al 30 giugno 2015. Al lordo dei consolidamenti, il settore Shipbuilding vale il 91% del backlog (83% nel primo semestre 2015), il settore Offshore il 7% (13% nel primo semestre 2015) e il settore Sistemi, Componenti e Servizi il 5% (4% nel primo semestre 2015). Fincantieri ha reso noto che al 30 giugno scorso è stato registrato un carico di lavoro complessivo record pari a euro 21,8 miliardi e pari a circa 5,2 anni di lavoro se rapportato ai ricavi del 2015.
Nei primi sei mesi di quest’anno la consistenza del personale del gruppo navalmeccanico è diminuita da 20.019 unità al 31 dicembre 2015 (di cui 7.771 unità in Italia) a 18.825 unità al 30 giugno 2016 (di cui 7.838 unità in Italia). Fincantieri ha specificato che tale effetto è principalmente riconducibile al decremento delle risorse impiegate nei cantieri brasiliani della controllata VARD, in particolare nel sito di Niterói.
«Come sottolineato in occasione della presentazione del piano industriale e largamente anticipato durante l’IPO – ha commentato l’amministratore delegato del gruppo italiano, Giuseppe Bono – Fincantieri ha gestito negli ultimi anni la più lunga crisi della cantieristica per navi da crociera, attraverso una attenta ristrutturazione che, pur avendo inciso sul personale, ha tuttavia conservato il know-how ingegneristico e produttivo del gruppo. Tale strategia si è rivelata vincente e ha permesso a Fincantieri di cogliere le enormi opportunità del settore crociere, la cui domanda è ripartita, tumultuosa, nel corso del 2015, nonché di raggiungere accordi fondamentali come quello recentemente annunciato con il ministero della Difesa del Qatar, che ha consentito a Fincantieri di raggiungere la leadership mondiale anche nel settore della cantieristica militare, oltre a quelli delle crociere e offshore. Nel primo semestre del 2016 – ha evidenziato ancora Bono – il gruppo ha inoltre confermato la propria capacità di consegnare progetti ad alta complessità nei tempi contrattuali, lasciandosi alle spalle le difficoltà operative del 2015 nonostante l’azienda si trovi attualmente a gestire il sostanziale raddoppio dei volumi produttivi, e consegnando quattro navi da crociera, tra cui ben tre prototipi, in quattro cantieri diversi e per quattro clienti diversi.Infine, pochi giorni fa abbiamo concluso uno storico accordo di joint venture con China State Shipbuilding Corporation, che ci consentirà di presidiare lo sviluppo della nascente ed estremamente promettente industria crocieristica cinese e asiatica».
Per l’intero esercizio annuale 2016 il gruppo conferma la guidance fornita in sede di presentazione del piano industriale 2016-2020, ovvero una crescita dei ricavi del 4-6%, un EBITDA margin pari a circa il 5% ed un risultato netto positivo.
Nel primo semestre del 2016 la controllata norvegese VARD ha registrato ricavi pari a 4,24 miliardi di corone norvegesi (453 milioni di euro), con una flessione del -23,6% sulla prima metà dello scorso anno. Il risultato operativo è stato di segno negativo per -83 milioni di corone norvegesi rispetto ad un risultato negativo per -12 milioni di corone norvegesi nel primo semestre del 2015. Di segno negativo anche il risultato economico netto che nella prima metà di quest’anno è stato pari a -24 milioni di corone norvegesi e nella prima metà del 2015 a -277 milioni di corone norvegesi.
Nel primo semestre del 2016 la società del gruppo Fincantiri ha ottenuto un rilevante volume di nuovi ordini per che è risultato pari a 6,87 miliardi di corone norvegesi rispetto a 1,20 miliardi di corone norvegesi nella prima metà dello scorso anno, gran parte del quale concentrato nel secondo trimestre quando sono stati totalizzati ordinativi per 6,22 miliardi di corone norvegesi rispetto a 956 milioni di corone norvegesi nel secondo trimestre del 2015. Al 30 giugno scorso l’orderbook di VARD si è attestato a 11,93 miliardi di corone norvegesi rispetto a 13,91 miliardi di corone norvegesi al 30 giugno 2015.

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