Il settore logistico risente nel suo insieme di una produzione industriale stagnante
«Siamo all’alba di una stagione di profonda regressione del ciclo economico». Questa previsione, formulata oggi da Guido Nicolini, presidente della Confetra – Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, non è basata su sensazioni, ma – purtroppo – su dati e informazioni rilevate dal Centro Studi dell’organizzazione che le utilizza per compilare periodicamente la Nota Congiunturale che illustra l’andamento del mercato del trasporto merci italiano.
L’edizione della Nota Congiunturale relativa al primo semestre di quest’anno è stata presentata oggi da Confetra che ha evidenziato come gli ultimi dati mostrino «in tutta evidenza la debolezza del ciclo industriale, che riflette soprattutto il perdurare delle tensioni commerciali a livello internazionale e il rallentamento dell’attività economica in Cina».
«La produzione industriale italiana, che fino allo scorso anno, nonostante la forte variabilità, era rimasta in media su valori positivi – spiega il documento – inverte il segno e si attesta al -0,8% indirizzando verso la stagnazione la movimentazione delle merci. L’attività – precisa la Nota Congiunturale – è stata sostenuta dall’interscambio con l’estero che, nonostante la flessione del commercio internazionale, ha visto nel semestre una ripresa delle importazioni e una tenuta delle esportazioni soprattutto in ambito extra europeo. La componente europea risente della debolezza del ciclo industriale che ha investito tutte le principali economie dell’area euro».
Relativamente al traffico stradale, la pubblicazione spiega che nel primo semestre di quest’anno questa modalità di trasporto ha fatto registrare un incremento del +2,3% in linea con il dato Aiscat della movimentazione dei veicoli pesanti nelle autostrade, mentre ha segnato un rallentamento quello internazionale a carico completo che si è fermato al -0,6% come evidenziato dalla medesima flessione dei transiti nei valichi alpini (+1,1%, ma contro il +3,3% dell’anno precedente).
Il rallentamento evidenziato ha investito anche il ramo corrieristico che ha mostrato una crescita del +1,8% nelle consegne nazionali contro un +2,5% dell’anno precedente e un aumento del +3,5% in quelle internazionali contro un +4,0% del 2018.
Significativa la ripresa del trasporto ferroviario (+5,0% treni-km) che si contrappone alla caduta di quello aereo (-5,8% in tonnellate) la cui flessione era iniziata nella scorsa rilevazione (-0,4%).
Nei primi sei mesi del 2019 è proseguito invece il peggioramento del trasporto via mare. L’unico comparto che ha mantenuto il segno positivo è quello containerizzato di destinazione finale (+4,3%, ma contro il +4,8% dell’anno precedente, mentre è passato in terreno negativo il traffico ro-ro (-4,6%, ma – specifica la Nota – nella rilevazione del dato aggregato potrebbe pesare la mancanza dei dati di Livorno, Messina e Piombino, porti con traffici significativi). Inoltre non si è arrestata la contrazione delle rinfuse liquide (-7,6%) e delle rinfuse solide (-2,3%) ed proseguito il drammatico arretramento del traffico di transhipment (-6,5%), peraltro con risultato di Gioia Tauro (-2,2%) meno negativo rispetto agli altri porti.
Relativamente al fatturato, l’autotrasporto ha segnato una tendenza in linea con quella del traffico, mentre le spedizioni internazionali hanno mostrato un miglioramento dei margini nelle modalità stradale e marittima. Crollo del fatturato aereo (-7,6%).
La Nota Congiunturale sottolinea che il quadro emerso si rispecchia alla perfezione nelle aspettative degli operatori per il secondo semestre del 2019. Diminuiscono, infatti, sia coloro che si aspettano una crescita (dal 31,1% al 29%) sia quelli che si aspettano un calo (dal 12,2% all’8,7%), mentre le aspettative di stabilità raggiungono il 62,3%, segno del dilagare del clima di incertezza e stagnazione che sta caratterizzando il mondo imprenditoriale del settore.
«Le nostre rilevazioni – ha commentato Guido Nicolini – ci confermano nella convinzione, peraltro empiricamente già oltremodo chiara ai nostri operatori, che siamo all’alba di una stagione di profonda regressione del ciclo economico. Il settore logistico, per quanto al proprio interno molto articolato e ricco di pluralità operative, non poteva non risentire nel suo insieme di una produzione industriale stagnante e di una generale condizione di incertezza del commercio globale. Ma è chiaro a tutti che la competizione internazionale avviene tra Stati e continenti: guerra dei dazi, via della Seta, Brexit – ha osservato Nicolini – sono lì a ricordarcelo ogni giorno. Le nostre imprese – ha concluso il presidente di Confetra – hanno bisogno di un Paese, alle spalle, che decida finalmente di occuparsi seriamente e strutturalmente di logistica».

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