Il cambiamento climatico è diventata la terza priorità degli scali portuali
Oggi, nell’ambito del congresso GreenPort che è in svolgimento ad Oslo, l’associazione dei porti europei ESPO ha presentato il proprio rapporto ambientale annuale per il 2019 nel quale si evidenzia che la qualità dell’aria continua ad essere la principale priorità ambientale degli scali portuali europei, seguita dal consumo di energia. Nel suo rapporto l’European Sea Ports Organisation specifica che la qualità dell’aria è diventata un fattore determinante per l’accettazione pubblica delle attività portuali.
La terza priorità assoluta dei porti è il cambiamento climatico, che ha fatto il proprio ingresso nelle prime dieci priorità ambientali per la prima volta due anni fa. In particolare, il rapporto specifica che attualmente quasi otto porti europei su dieci prendono in considerazione i cambiamenti climatici quando definiscono nuovi progetti infrastrutturali, che il 62% dei porti rafforza la resilienza ai cambiamenti climatici delle infrastrutture portuali esistenti e che il 47% ha già affrontato sfide operative dovute ai cambiamenti climatici.
Il rumore è la quarta delle prime dieci priorità ambientali dei porti seguita dal rapporto con la comunità locale, dai rifiuti e scarichi prodotti dalle navi al sesto posto e dai rifiuti e scarichi prodotti dai porti al settimo posto. Quindi all’ottavo posto i progetti di sviluppo portuale, seguiti dalla qualità delle acque e, al decimo posto, dalle attività di dragaggio.
Tra le priorità c’è anche la trasparenza nell’ambito delle politiche ambientali dei porti, con l’87% degli scali che le rende note alle parti interessate e con l’82% dei porti che le rende pubblicamente disponibili sul proprio sito Web. Per quanto riguarda i servizi di carattere ambientale alla navigazione, oltre la metà dei porti offre alle navi all’ormeggio la fornitura di elettricità dalla rete terrestre e il 48% di questi fornisce elettricità ad alta tensione. Inoltre un terzo dei porti offre alle navi la possibilità di rifornirsi di gas naturale liquefatto, combustibile che è principalmente fornito da camion (90%) e chiatte (20%).
Il rapporto sottolinea infine che il 56% dei porti europei prevede anche tariffe differenziate dal punto di vista ambientale per le navi le cui performance ambientali sono superiore a quelle previste dalle norme.
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