Concentrare l’attenzione sullo sviluppo delle infrastrutture piuttosto che sul potenziamento dei terminal-portuali. È questo il tema centrale della relazione presentata dal presidente di Assagenti (Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi Agenti Aerei di Genova) Giovanni Cerruti durante la sessantacinquesima edizione dell’assemblea annuale a Palazzo San Giorgio a Genova.

 

«Quello che le due proposte di riforma della legge portuale non hanno considerato – ha detto Cerruti – è che il nostro problema principale non sono i terminal ma le infrastrutture di collegamento con il mercato. Basta pensare che la percentuale di utilizzazione dei terminal dell’Alto Tirreno da Savona a Livorno, passando per La Spezia e Genova, ha toccato la punta massima durante il biennio 2005/2007, raggiungendo circa il 90% ed è stata normalmente inferiore all’8O%. Oggi siamo intorno al 60% e questo valore non è destinato a salire nell’immediato futuro».

 

In Liguria, secondo Asssagenti, occorre coordinare le tempistiche di adeguamento della capacità produttiva dei tre porti.Cerruti ha sottolineato il tema dei costi dello sviluppo. Secondo il presidente di Assagenti, «costruire un terminal container nuovo a Genova applicando il piano regolatore ancora vigente costerebbe tra il 25 e il 50% del costo della piattaforma di Vado, a parità di grandezza. Senza contare i vantaggi del sistema logistico già esistente a Genova.

 

Con il solo completamento di calata Bettolo e Multipurpose a Genova e con la piccola estensione prevista per il terminal della Spezia, la capacità ligure salirebbe subito ad oltre 5 milioni diteu a fronte di una domanda che si ritiene tornerà solo fra tre o quattro anni ai livelli del 2008, pari a 3.200.000 teu». Per superare queste criticità Assagenti chiede che la legislazione sui porti includa il tema dei corridoi, della retroportualità e delle infrastrutture sia ferroviarie sia stradali, perché la logica primaria del trasporto container non è tanto quella della distanza della tratta terrestre dal porto alla destinazione, ma quella della ottimizzazione degli spazi di stiva delle grandi portacontainer e della disponibilità di sistemi logistici.

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 21.05.2010)