Sicurezza e commercio sono compatibili e in che misura? E la legge statunitense sulla scansione ai raggi X del 100% dei container in entrata negli Stati Uniti, che dal 2012 dovrebbe riguardare 500 porti nel mondo e un flusso di merci da 500 miliardi di dollari, potrà davvero funzionare? Per scoprirlo, l’Organizzazione mondiale delle dogane ha affidato all’Università di Le Havre il compito di realizzare una “analisi macro e micro-economica dell’impatto sul commercio internazionale della legge americana sulla scansione del 100% dei container marittimi prima di essere caricati a bordo”.
Si è trattato di un’analisi complessa che ha evidenziato in primo luogo una serie di problemi nel sistema attuale di controllo, che vede più di mille scanner in funzione in porti e aeroporti di tutto il mondo. Il rapporto mette ad esempio in luce che i produttori degli scanner operano in un regime di oligopolio; oppure che gli operatori temono che controllare tutti i container potrebbe causare un ingolfamento dei traffici portuali; o ancora il fatto che per analizzare tutte le immagini scansite sarà necessario assumere 1.875 persone (oggi per portare avanti il programma Csi ne lavorano una cinquantina). In secondo luogo sono stati presentati quattro possibili scenari, da quello più pessimistico (la portualità mondiale non riesce ad adeguarsi alle richieste americane entro il 2012) a quello più ottimistico (il sistema internazionale si adegua perfettamente alle norme americane), ma solo a due sono considerati probabili: quello più pessimista, appunto, che porterebbe a un abbandono della legge o a un suo slittamento al 2014, e quello che prevede la formazione di pochi hub ipertecnologizzati con terminal di transhipment dedicati al mercato americano.
In conclusione: si va verso una dualizzazione della portualità mondiale, dove solo i terminal attrezzati dal punto di vista tecnologico potranno attirare i flussi di merce del pianeta. Ma resta aperto il problema di chi pagherà i costi, che svieranno risorse altrimenti utilizzabili per migliorare le infrastrutture. “La questione della compensazione, da parte del governo americano, di questa perdita relativa resta aperta”. Probabilmente “gli attori privati dovranno farsi carico del sovracosto legato all’applicazione della legge; (…) Va da sé che gli operatori faranno ricadere questo sovarcosto sul consumatore finale, il che avrà come conseguenza di frenare la dinamica del commercio internazionale e quindi la crescita mondiale”.
Di fronte al rischio di un attentato, la soluzione alternativa che viene prospettata è allora quella di interventi maggiormente mirati, come la riduzione della quota di container da scannerizzare (ad esempio dal 100 al 50%), prendendo di mira solo quelli davvero a rischio, piuttosto che attuare misure di controllo a tappeto e senza discernimento.