Longo (Fita): “Nel 2005 Italia invasa da almeno 130.000 camion”
 

ROMA – E' una vera e propria carica, triplicata nel numero dopo l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea. Il transito dei Tir sloveni per e dall'Italia, dal primo maggio scorso, è dilagato: l'incremento è stato del 234,5%, secondo un rapporto del ministero delle Infrastrutture, passando da una media di 440 ai 1.032 Tir al giorno per i principali valichi del Friuli. E contemporaneamente cala il numero delle imprese italiane.

Di fatto, è accaduto ciò che temevano gli autotrasportatori italiani: invasione esponenziale dei Tir sloveni, non più legati ai permessi contingentati, e avvio della fase di esaurimento delle imprese nazionale e, con esse, il contributo del settore alla formazione del Pil per circa il 4,3%. E per il 2005, la Fita Cna – una delle prime organizzazioni a lanciare l'allarme – stima una presenza di camion sloveni “non inferiore alle 130.000 unità”, contro le 54.000 autorizzazioni bilaterali assegnate prima del libero cabotaggio. Con notevoli conseguenze negative sul piano del traffico e sicurezza”, fa notare il segretario nazionale Maurizio Longo.

“Significativo – scrive in un rapporto il ministero delle Infrastrutture – il forte incremento dei flussi di traffico: per ogni veicolo transitato nel primo periodo di rilevazione, ne risultano transitati 2,345 dopo l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea. Alla diminuzione delle imprese iscritte all'albo degli autotrasportatori del Triveneto corrisponde un aumento del traffico veicolare dei Tir sloveni – sottolinea Longo -, un effetto derivante dai minori costi delle imprese slovene, non solo hanno messo in crisi le imprese italiane ma rischiano di vanificare tutti gli sforzi in atto per lo sviluppo della intermodalità”.

Il dicastero ha monitorato i valichi del Friuli Venezia Giulia, in due distinti periodi: dal 15 novembre 2003 al 30 aprile 2004 (prima dell'ingresso nella Ue), e dal 9 giugno al 7 luglio 2004, sulla base delle medie di transito (sia in entrata che in uscita) rilevate il mercoledì. La media dei veicoli transitati tra il primo e il secondo periodo, ha evidenziato un aumento di traffico del 234,5%: per ogni camion transitato prima dell'ingresso nella Ue, ne sono transitati 2,345 dopo. “Se non si danno regole certe a pagare è la competitività della nostre imprese, oltre a un costo in termini di sicurezza sulle strade e di inquinamento – dice il segretario nazionale Cna, Giancarlo Sangalli – Occorre triplicare l'attenzione su questo settore, altrimenti rischiamo di diventare il Maghreb; la maghrebizzazione dell'Italia rischia di passa attraverso l'autotrasporto”.

Fino al 30 aprile scorso la Slovenia è stata titolare di una pluralità di autorizzazioni, mentre dal primo maggio i camionisti sloveni non sono più sottoposti al regime autorizzativo. La carica degli sloveni punta all'Italia e non si serve della Penisola quale zona di transito: la quasi totalità del traffico commerciale (87,7%) proveniente dalla Slovenia è diretto in Italia, e la destinazione prevalente risulta il Nord Est, con Gorizia a scontare il maggior incremento (+218%).