Ue, il progetto di un nuovo corridoio ferroviario minaccia Genova

 

 

 

GENOVA – La portualità ligure continua a espandersi, ma troppo poco per stare al passo dei diretti concorrenti e cogliere l'opportunità fornita dal boom dei traffici con il Far east. A lanciare l'allarme è la Banca d'Italia che ha presentato ieri nella sede genovese di Via Dante, presenti tra gli altri il direttore Luigi Fabii ed il responsabile del nucleo ricerca economica Enrico Beretta, “Note sull'andamento dell'economia della Liguria nel 2004”. La Banca d'Italia definisce “contenuta” l'espansione dei traffici commerciali, segnalando il gap rispetto ai diretti concorrenti mediterranei quali Barcellona e Valencia.

Nel 2004 i porti liguri hanno segnato un aumento dei movimenti dell'1,9%, mentre nel primo trimestre del 2005 si sale a più 2,7%. Va meglio il dato sui container: più 3,2% nel 2004 (2,7 milioni di teu), più 5,5% nel primo trimestre 2005. Barcellona però nello stesso periodo cresce dell'11,7%.

Un dato non del tutto positivo, quello ligure, se messo a confronto, come fa la Banca d'Italia, con l'aumento della domanda di trattamento di traffici containerizzati nel bacino mediterraneo: secondo Ocean Shipping Consultants è quantificabile in un più 7,4% per il 2004. Entro il 2015, anche per effetto dell'ampliamento del Canale di Suez, la crescita potrebbe arrivare al 91%.

Non è detto però che la Liguria riesca a intercettare questa crescita: in queste settimane infatti è stata ufficializzata in sede europea la proposta, portata avanti da Ferrmed, associazione cui aderiscono le maggiori Autorità portuali spagnole, di un nuovo asse ferroviario dedicato in gran parte ai container che colleghi Duisburg, in Germania, alla costa mediterranea di Spagna e Francia. Il nuovo tracciato toccherebbe marginalmente Marsiglia lasciando totalmente all'asciutto i porti liguri e Genova in particolare.

Tornando alla relazione della Banca d'Italia, se disaggreghiamo i dati liguri per singole città scopriamo che Genova ha movimentato nell'anno 57 milioni di tonnellate di merci (più 3,8%), Savona 14,3 milioni (più 7,1%) mentre La Spezia, in controtendenza, è calata di 6,9% portandosi a 18,4 milioni di tonnellate. Questa flessione è imputabile al trasporto di petrolio e gas naturale.

Per quanto riguarda i passeggeri, il numero di transiti nel 2004 è in calo dello 0,6% rispetto l'anno precedente: i traghetti perdono l'1% mentre le crociere segnano un più 0,8%. Genova in particolare, nella crocieristica, ha un crollo del 53,2% su cui pesa il trasferimento di Costa a Savona e il fallimento di due compagnie armatoriali. Savona invece segna un incremento del 172%. Anche in questo caso la Banca d'Italia segnala uno scenario di settore favorevole: secondo la società di consulenza G.P. Wild tra il 2005 e il 2010 la domanda mondiale di crociere dovrebbe espandersi sensibilmente e con continuità, e fa ben sperare l'acquisto di nuove linee di trasporto del porto di Genova.

In campo industriale la cantieristica vive un periodo favorevole sebbene la Liguria nel complesso attraversi una situazione difficile, con il grado di utilizzo delle capacità produttive sceso al 77,2%. A spingere in avanti la cantieristica è la domanda internazionale di navi per il trasporto passeggeri: le esportazioni liguri nel settore mezzi di trasporto nel 2003 sono state pari a 415 milioni di euro, nel 2004 362 milioni.

Da segnalare infine il dato sugli incentivi alle imprese armatoriali liguri: grazie alla legge 88/2001, nel 2002 queste imprese hanno incassato agevolazioni per 184 milioni di euro da spendere nell'ammodernamento e costruzione di nuove navi. Sostegno venuto meno nell'anno seguente e che spiega la contrazione del complesso delle agevolazioni alle imprese liguri segnato nel 2003.

 

Samuele Cafasso