Terzo valico, i cantieri non possono ancora partire: manca il via libera della Corte dei Conti. Sta diventando una telenovela molto imbarazzante per il governo l’avvio dei lavori per l’alta velocità-capacità che dovrebbe collegare il porto di Genova alla Pianura Padana. Le ruspe, aveva assicurato il ministro dei Trasporti Altero Matteoli a ottobre del 2009, potevano partire «entro la fine dell’anno».

 

Al 10 aprile, il ministero si dice «fiducioso del fatto che i cantieri possano essere aperti entro fine mese». Ma evidentemente non ci sono certezze. Possibile un nuovo rinvio. Ora, contando che una prima delibera del Cipe sui finanziamenti era arrivata a marzo 2009, siamo già oltre i 12 mesi di attesa, tagli dei nastri annunciati e poi abortiti, intoppi, indiscrezioni, smentite, promesse solenni non rispettate. Non esattamente un buon biglietto da visita per un governo che aveva annunciato di puntare anche sui cantieri delle grandi opere per attuire il duro colpo sferrato al’economia nazionale dalla crisi internazionale.

 

Mentre oggi si parla di strategie per uscire dalle politiche di sostegno contro la recessione, i cantieri in Liguria e Piemonte sono ancora fermi. Comprensibile quindi il nervosismo di Luigi Grillo, senatore Pdl tra i principali sostenitori dell’opera: «Inspiegabile questo ritardo della Corte dei Conti, che non si può più dunque attribuire al governo. Non si può pensare che dopo che un finanziamento per un’opera sia necessario attendere quattro o cinque mesi prima che la cifra sia effettivamente spendibile».

 

Quattro cinque mesi è una valutazione ottimistica: a maggio 2009 si parlava di 900 milioni stanziati dal Cipe per il Terzo valico, che poi diventarono 500. Ancora prima con una delibera del Cipe di marzo, annunciava Grillo, erano stati «stanziati due miliardi e 750 milioni di euro per la tratta Genova-Milano e Milano-Treviglio» che sarebbero stati poi successivamente suddivisi. «Che la Corte dei Conti non abbia ancora registrato la delibera dei 500 milioni per il Terzo valico non possiamo confermarlo – spiegano all’ufficio stampa dei Trasporti – ma ciò non vuol dire che non la registreranno a breve».

 

In verità la Corte dei Conti pare essere la “bestia nera” del governo in tutta questa storia: è proprio da qui, infatti, che sono arrivati i maggiori dubbi sul sistema di finanziamento escogitato dall’esecutivo che, preoccupato dell’impatto finanziario, ha voluto diluire gli stanziamenti negli anni per cui oggi sono disponibili solo 500 milioni sui circa 5 miliardi necessari.

 

Secondo Grillo, se la Corte dei Conti non ha ancora firmato non è perché restino ancora dubbi sulla fattibilità dell’operazione, visto che le divergenze sarebbero state superate. Tanto che c’è il via libera c’è per la Treviglio-Brescia, finanziata con un meccanismo simile. Rimane il fatto che il taglio del nastro rimane ancora da fissare. Anche perché, dopo la registrazione della Corte dei Conti, servirà un nuovo passaggio: Matteoli dovrà infatti emettere un dpcm (decreto interministeriale) per rendere subito spendibili i 500 milioni. Al ministero dei Trasporti, però, sono convinti di potercela ancora fare prima della fine del mese.

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it del 11.04.2010)