A causa di una serie di scioperi in corso al terminal container Conateco del molo Bausan, la MSC di Gianluigi Aponte ha deciso di abbandonare temporaneamente il porto di Napoli. “Purtroppo – scritto l’Agenzia Le Navi al terminalista per conto dell’armatore -,ì le vostre notizie non portano nulla di buono.  MSC vi supporta in pieno e interromperà la toccata di Napoli finché Conateco non riprenderà a funzionare, con i suoi dipendenti impegnati in un livello di produttività decente. Ciò vale, conclude MSC, come azione immediata, stiamo salpando ora con MSC Leanne e stiamo cancellando le altre due navi che dovrebbero arrivare domani mattina”. E in effetti, anche le altre due toccate sono state cancellate. Prima è stata fatta ripartire senza operazioni commerciali, la ‘MSC Leanne’ in servizio Nord Europa che, tra l’altro, doveva imbarcare 400 container di prodotti alimentari campani per il mercato inglese. La nave era ormeggiata alle 18 del 22 luglio. In seguito sono state cancellate le toccate di MSC Carole (servizio Stati Uniti) e E.R. Denmark (servizio Australia). In totale, in due giorni circa 2.100 container sia in import sia in export. All’origine dello sciopero vi è una vertenza che vede contrapposti lavoratori e azienda su questioni di carattere salariale, accordi su buoni pasto e la scadenza del contratto collettivo aziendale per il quale non sono state raggiunte intese. Contro la scarsa produttività del terminal ha preso posizione anche la Fai, Federazione autotrasportatori italiani – Coordinamento di Napoli, che ha scritto al Prefetto segnalando che “il personale dipendente dell’azienda Conateco non svolge regolarmente il proprio servizio a seguito di uno sciopero non autorizzato dei propri dipendenti. Tale comportamento – scrive Fai – sta portando numerosi danni alle nostre imprese di autotrasporto ed a tutto il sistema portuale di Napoli. Pur rispettando il diritto di sciopero di tutte le maestranze riteniamo giusto – conclude la Fai – che il tutto si svolga nel massimo rispetto delle regole. Pertanto Le richiediamo un intervento d’urgenza al fine di ristabilire la regolare operatività”. Anche l’Accsea (Associazione campana case di spedizione), che raggruppa 100 aziende iscritte per 1.500 addetti, sollecita “un’intesa per sbloccare un fermo che danneggia il porto. Già abbiamo avuto disposizioni dai nostri clienti di dirottare il traffico su altri porti. Ci chiediamo perché mai nessuno intervenga in anticipo per non far morire il traffico commerciale a Napoli”.