Nel corso dell’anno il gruppo ha consolidato le posizioni e avviato una serie d’iniziative per un 2016 di novità e sviluppo
Nonostante l’instabilità politico-economica che permane su tutta l’area del mediterraneo, il Gruppo Morandi archivia un anno decisamente positivo.
Innanzitutto parliamo di Superfast…
“L’agenzia – ha detto Andrea Morandi – è impegnata da oltre 100 anni nello shipping e ha festeggiato ad Ancona e Bari i 20 anni dalla nascita della compagnia leader Superfast Ferries, pioniera nei fast ferries con servizi di bordo al pari delle navi da crociera”.
Ci sono state anche altre novità interessanti in questo 2015?
“In effetti, il 2015 segna anche la nascita dell’Agenzia Marittima Le Navi Ancona, in partnership con l’Agenzia Marittima Le Navi di Genova. La nuova società nasce dopo una proficua collaborazione tra Morandi e Le Navi, iniziata nel 1996, per rappresentare la Compagnia MSC (Mediterranean Shipping Company) nel porto di Ancona. Dopo venti anni di collaborazione, è motivo di grande orgoglio per aver assunto la presidenza della nuova società e continuare a rappresentare MSC che ad Ancona, come in Italia, è il primo vettore worldwide per il trasporto dei contenitori e collega il porto dorico a tutto il resto del mondo.
Il trend è stato positivo anche nel 2015, per un porto che dal 1994 non ha visto battute d’arresto e che ha raggiunto nel 2014 quota 160 mila TEU”.
Di rilievo sono anche i risultati del nuovo tour operator-agenzia di viaggi Webtours, seguito da Chiara Morandi che testimonia, con soddisfazione, un aumento a doppia cifra del fatturato, in controtendenza con il mercato: “Il desiderio di viaggiare accompagna sempre la nostra vita e quando l’instabilità politica e il rischio di attentati sfavoriscono alcune destinazioni, è ancora più appassionante riuscire a offrire un prodotto su misura, capace di rispondere alle esigenze del cliente, in costante evoluzione”.
Di là dal trend positivo relativo ai container, come vede Andrea Morandi il futuro del Porto di Ancona?
“Confermo che la priorità va ai progetti che riguardano la Nuova Darsena. In primis l’escavo della banchina 26, già operativa da settembre, al fine di raggiungere i -14 metri di fondale, che ci permetterà di sviluppare, con MSC, i traffici con navi di maggiore capacità. Seconda priorità, lo sviluppo dell’intermodalità sia per i container che per le merci caricate sui traghetti sulla direttrice Grecia/Turchia. È possibile ed è l’unica scelta per aumentare i traffici senza congestionare ulteriormente la viabilità portuale. Abbiamo già contatti con i principali operatori interessati ad avviare il servizio”.
Lo sviluppo del porto passa anche per il miglioramento dell’accessibilità e dell’uscita dallo scalo…..
“In merito al collegamento autostradale, mi domando perché sia stato abbandonato il collegamento naturale a sud con la “bretella” (Asse Nord-Sud) e lasciata incompiuta l’opera con parte dei piloni già realizzati. Era un’ipotesi che costava un decimo del progetto attuale dell’uscita Ovest e che probabilmente avremmo visto già completata a beneficio di tutta la città”.
La riforma dei porti sembra aver lasciato autonomia al porto di Ancona?
“Sulla riforma dei porti occorre chiarezza, non è solo una questione di quante autorità portuali mantenere, ma occorre rinnovare la governance al fine di snellire l’operato di questi enti, rendendoli sempre più autonomi ed efficienti. Temo che invece con l’accentramento a Roma si vada verso la direzione opposta e aumenti il rischio di perdere la specificità e le priorità locali, rispondendo più a una logica politica. Lo scalo anconetano deve comunque proiettarsi nel futuro con un volto nuovo: auspico che i traghetti possano essere spostati fuori dal porto storico, mentre l’area, ora occupata dalla fiera, deve lasciare spazio alla nuova stazione marittima, magari di stimolo per la riqualificazione di tutta l’area. Per questo serve un’expertise specifica di professionisti che magari abbiano già avuto esperienze analoghe in altri porti. Se vogliamo eccellere dobbiamo volare alto. 
Stessa riflessione va fatta sul porto storico, dove il futuro layout delle banchine aiuterà anche a ricucire e rafforzare la relazione tra porto e città”.