L’Autorità Portuale ne ha ufficialmente assunto la gestione

L’Autorità Portuale di Taranto ha ufficialmente assunto la gestione della Zona Franca Aperta non interclusa che sarà realizzata all’interno dello scalo portuale pugliese. Oggi l’ente ha emesso un’ordinanza che istituisce il “Regolamento per il funzionamento della Zona Franca Doganale” in cui viene sancita la modalità di gestione diretta dal parte dell’authority portuale, a cui le imprese interessate ad operare nell’area dovranno rivolgersi per procedere con la fase di accreditamento per l’iscrizione su un’apposita lista. Il Regolamento disciplina le modalità di funzionamento della Zona Franca, le attività consentite agli utilizzatori, i relativi obblighi e l’utilizzo delle aree pubbliche, oltre a prevedere ipotesi di insediamento produttivo e le attività di competenza dell’Autorità Portuale.
Obiettivo dell’istituzione della Zona Franca è di promuovere lo sviluppo economico dell’area al fine di incrementare i traffici, la produttività e la competitività del porto di Taranto nel bacino del Mediterraneo e di agevolare l’insediamento e l’utilizzazione di stabilimenti industriali e logistici.
All’interno della Zona Franca potranno essere realizzate attività quali: stoccaggio, manipolazioni usuali, trasformazione sotto controllo doganale, perfezionamento attivo, commercializzazione di merci terze. Le merci immesse nella Zona Franca potranno appartenere ad ogni categoria merceologica ricompresa nella Nomenclatura Combinata.
L’ente portuale ha ricordato che nel maggio 2014 la Direzione Interregionale Doganale per la Puglia, il Molise e la Basilicata ha autorizzato l’istituzione di una “Zona Franca Aperta non interclusa di Tipo II” all’interno del porto di Taranto, attribuendo i compiti di gestione della Zona Franca all’Autorità Portuale. Nel settembre 2014 l’Agenzia delle Dogane ha quindi adottato il disciplinare di servizio con il quale ne ha regolamentato l’operatività. L’authority portuale ha specificato che, trattandosi della prima ed unica Zona Franca doganale non interclusa esistente in Italia, l’ente e l’Agenzia delle Dogane ne avevano finora vagliato i possibili profili di gestione.

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