Alle cinque e mezza di questa mattina i negoziatori del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo preliminare sui combustibili navali utili alla decarbonizzazione del trasporto marittimo, in base al quale le emissioni di gas serra delle navi di stazza lorda superiore a 5.000 tonnellate dovranno essere ridotte del 2% a partire dal 2025, del 6% dal 2030, del 14,5% dal 2035, del 31% dal 2040, del 62% dal 2045 e e dell’80% a partire dal 2050.
L’accordo, come incentivo, concede più crediti sotto forma di compensazione delle emissioni agli armatori che dal 2025 al 2035 utilizzeranno combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) e fissa l’obiettivo del 2% quale quota di utilizzo di combustibili rinnovabili a partire dal 2034 se la Commissione Europea segnalerà che nel 2031 gli RFNBO ammontano a meno dell’1% nel mix di combustibili utilizzati per alimentare le navi.
Secondo l’accordo preliminare, a partire dal 2030 quando le navi portacontenitori e quelle passeggeri saranno ormeggiate nei principali porti dell’UE dovranno utilizzare l’energia elettrica della rete di terra per tutte le loro esigenze di energia da consumare a bordo, obbligo che a partire dal 2035 si estenderà a tutti i porti europei che disporranno sulle banchine di impianti di cold ironing per fornire l’energia elettrica alle navi. L’accordo prevede che possano essere applicate alcune esenzioni per le navi che sostano in un porto per meno di due ore e che utilizzano proprie tecnologie a zero emissioni o effettuano uno scalo in porto a causa di circostanze impreviste o di emergenze.
Infine l’accordo prevede che la Commissione Europea riesamini le norme sulla decarbonizzazione dello shipping entro il 2028 per decidere se estendere le disposizioni di riduzione delle emissioni anche alle navi di minor tonnellaggio o aumentare la quota di energia utilizzata dalle navi di Paesi terzi.
«Questo accordo – ha esultato il relatore Jörgen Warborn, entusiasta, nonostante l’ora antelucana, per il raggiungimento dell’accordo – definisce la strategia più ambiziosa al mondo per la decarbonizzazione del settore marittimo. Nessun’altra potenza mondiale ha sviluppato un quadro così completo per affrontare le emissioni dello shipping. Questa è una una vera rivoluzione. Questo regolamento costringerà gli altri ad agire. L’Europa farà la sua parte, ma i cittadini e le aziende europee non dovranno pagare il conto per gli sforzi compiuti per il clima in tutto il mondo».
«Assicuriamo – ha proseguito Warborn – regole di settore e prevedibilità a lungo termine al fine di facilitare gli investimenti. Le compagnie di navigazione e i porti possono dedicare le loro risorse per ottenere i migliori risultati nella lotta ai cambiamenti climatici e trovare il miglior rapporto tra costi e risultati. In questo modo salvaguardiamo i posti di lavoro dei marittimi, dei lavoratori portuali e del settore dell’esportazione e diamo l’esempio ad altri Paesi».
L’accordo preliminare dovrà ora essere ratificato dal Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’UE e dalla Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo, per poi essere adottato con voto del Parlamento e del Consiglio.
Congratulandosi con i negoziatori per il lavoro effettuato per giungere all’accordo, il segretario generale dell’associazione degli armatori europei ECSA, Sotiris Raptis, si è detto ansioso di conoscere il testo finale.   Articolo realizzato da Informare S.R.L.- Riproduzione riservata 23/03/2023