L’UNCTAD lo ha fissato per il periodo luglio-settembre a 79,1 (+4,5%). Genova ritorna leader dei collegamenti al network
Nel terzo trimestre di quest’anno l’accesso dell’Italia alla rete di servizi marittimi containerizzati di linea mondiali non è mai stato così elevato. La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), infatti, ha assegnato per il periodo all’Italia un indice LSCI pari a 79,1, che è il più alto di sempre e rappresenta un incremento del +4,5% sull’indice relativo al terzo trimestre del 2022.

Con l’indice LSCI (Liner Shipping Connectivity Index) l’UNCTAD intende stimare il grado di connessione dei porti delle nazioni a questo network di servizi di linea, indice che ha come riferimento l’indicatore 100 assegnato nel primo trimestre del 2006 alla nazione (Cina) con la media più alta. L’indice è definito sulla base di sei componenti: il numero di scali settimanali di navi programmati nel paese; la capacità annuale (in container teu) offerta dai servizi di linea nel paese; il numero di servizi regolari da e per il paese; il numero di compagnie di navigazione che forniscono servizi di linea da e per il paese; la dimensione (in capacità di teu stivabili) della nave più grande impiegata dai servizi da e per il paese; il numero di altri paesi collegati al paese tramite servizi di linea diretti.

Gli indici LSCI del terzo trimestre del 2023 relativi alle altre nazioni europee che più sono connesse al network dei servizi marittimi containerizzati mondiali vedono in ordine decrescente la Spagna con un incide 95,0 (+4,4%), l’Olanda con 91,9 (+1,4%), il Belgio con 89,2 (+1,6%), la Germania con 81,8 (-2,1%), quindi l’Italia seguita dalla Francia con 76,5 (+3,2%), la Grecia con 64,3 (+8,4%), Malta con 46,8 (+13,2%), la Slovenia con 35,3 (-0,7%) e la Croazia con 33,5 (-1,5%).

L’accentuato rialzo del grado di connessione dei porti italiani con la rete mondiale di servizi di linea è stato generato dal notevole aumento dell’indice di collegamento al network dei principali porti container della nazione. Per la prima volta dall’inizio dell’impatto della pandemia di Covid-19 sull’attività dei porti, nel terzo trimestre del 2023 l’indice LSCI relativo al porto di Genova ha superato nuovamente quello del porto di transhipment di Gioia Tauro, in precedenza leader per connessioni alla rete. L’indice del trimestre luglio-settembre di quest’anno del porto genovese è di 66,2, con un rilevante incremento del +41,0% sullo stesso periodo del 2022. Un aumento a cui non è corrisposta tuttavia una crescita delle merci containerizzate movimentate dal porto del capoluogo ligure. Non essendo ancora disponibili i dati di traffico movimentati dal porto di Genova lo scorso mese, si può rilevare che nel periodo maggio-luglio del 2023 lo scalo, a fronte di un aumento superiore al +9% circa delle partenze previste nel periodo di navi commerciali che effettuano servizi regolari da e per il porto, ha movimentato oltre 1,9 milioni di tonnellate di carichi containerizzati, con una flessione del -5,8% sul trimestre maggio-luglio del 2022 (in termini di container da 20′, il traffico è stato di 646mila teu, -5,7%).

L’indice LSCI del porto di Gioia Tauro relativo al terzo trimestre di quest’anno è di 60,3, con un aumento meno marcato del +4,3%. Rilevanti, invece, i rialzi degli indici relativi ai porti di La Spezia (56,9, +50,6%) e Napoli (52,4, +122,9%). A seguire, in ordine decrescente, gli indici LSCI dei porti di Trieste (34,5, +0,1%), Livorno (27,3, +6,0%), Civitavecchia (25,7, +2,6%), Vado Ligure (24,9, +3,4%), Salerno (23,9, +48,0%), Venezia (10,9, +4,5%), Ravenna (9,7, -5,1%) e Ancona (9,6, +3,5%).

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13 settembre 2023