La compagnia cinese: “Investiremo 80 milioni”

NAPOLI – La notizia, finalmente, è arrivata. Non sarà Port Said, ma Napoli, l'hub mediterraneo di Cosco, il colosso asiatico dei trasporti marittimi e della logistica. Lo ha ufficializzato a Ennio Cascetta, assessore regionale ai Trasporti, Xu Li-Rong, manager della compagnia cinese. “Finalmente Cosco ha sciolto le sue riserve – ha annunciato Cascetta, a margine di un seminario ospitato dall'Università partenopea – e ha preferito il nostro porto a quello egiziano. Inutile aggiungere che per noi si tratta di un successo di portata storica”. Cosco investirà a Napoli almeno 80 milioni di euro nella darsena di levante, attraverso la società controllata Conateco, della quale fa parte anche Mediterranean Shipping Company (Msc). I lavori inizieranno nel 2006.

“Ho il piacere di annunciarle – si legge nella lettera ufficiale indirizzata alla Regione Campania da Xu Li-Rong, – che la nostra intenzione di investire nel terminal di Port Said è stata bloccata dal presidente Wei JiaFu e che al più presto una commissione tecnica avvierà le verifiche nel porto di Napoli”.

Proprio lo sviluppo del Nuovo Terminal Levante per i contenitori, il restyling della Stazione marittima e il rinnovo del waterfront, col Prp appena approvato dal Consiglio Superiore Lavori Pubblici, erano state le priorità annunciate da Francesco Nerli all'Avvisatore Marittimo il giorno dopo la sua riconferma alla presidenza dalla Port Authority napoletana, lo scorso 9 febbraio.

“Nella classifica europea della produttività – aveva spiegato il presidente del porto – Napoli e Salerno sono nelle prime dieci posizioni. Se i container nel 2004 sono diminuiti, questo è dovuto agli approfonditi controlli doganali che hanno allontanato qualcuno. A Napoli, contrariamente a quanto si è scritto, i traffici sono puliti. Qui nessuno è stato arrestato. Le attività non trasparenti, purtroppo, non sono state eliminate e si sono spostate in altri porti, come ha dimostrato il caso di Genova”. Il presidente si era anche soffermato sul boom delle Autostrade del mare, includendovi anche il cabotaggio con le isole maggiori: “Negli ultimi tre anni, questa attività è cresciuta a Napoli del 180%. Insieme a Salerno, rappresentiamo il 54% dell'incremento nazionale. Le Autostrade del mare – aveva aggiunto, con una punta polemica – si sviluppano a prescindere da Ram, la società di Sviluppo Italia che non ha ancora portato nessuno degli effetti promessi”.