GENOVA – Il ruolo attuale delle Autorità portuali italiane non è adeguato ai compiti che queste devono svolgere nel governo del territorio. E' questo, in sintesi, quanto emerso nella tavola rotonda su “Formazione, governance e impresa per lo sviluppo locale” che si è tenuta ieri alla facoltà di Economia dell'Università di Genova.

L'incontro è stato organizzato dal centro Go Up (istituito nel 2002 da tre dipartimenti delle facoltà di Economia, Ingegneria e Architettura) per presentare un master in “governance delle politiche territoriali”: una materia nuova per formare i manager che dovranno gestire le scelte di politica economica del futuro. La governance, in un'epoca in cui i soldi pubblici scarseggiano, è la capacità di svolgere marketing territoriale per attrarre investimenti, ma anche di coordinare le risorse già disponibili su un territorio e spesso male utilizzate, da infrastrutture e servizi alle competenze professionali diffuse.

Il caso delle Autorità portuali è emblematico, come hanno notato, fra i partecipanti, il presidente dell'Authority, Giovanni Novi, e la parlamentare europea Marta Vincenzi. “La legge 84 – ha detto Vincenzi – mostra la corda rispetto alla dimensione europea delle questioni. Rotterdam, Anversa o Amburgo sono in condizioni di prendere decisioni con più rapidità dei nostri porti”. Secondo la parlamentare, le Authority devono acquisire dimensioni interregionali e competenze logistiche più ampie che includano gli interporti dell'entroterra: “Anche lo sviluppo dell'affresco di Piano deve coinvolgere per lo meno Lombardia e Piemonte”.

A questo proposito, il presidente Novi, che proprio ieri festeggiava un anno dall'insediamento a Palazzo San Giorgio, ha ribadito che “il progetto Piano dev'essere governato dall'Autorità portuale. L'Agenzia waterfront-territorio è nata solo per accelerare i tempi e coinvolgere in anticipo quelle istituzioni che devono dare il loro nulla osta”. Di fronte alla platea accademica, Novi ha rivolto un invito affinché anche l'Università entri nell'Agenzia.

Stefano Zara, neoeletto alla Camera, ha sottolineato l'importanza del master, in un momento in cui “non ci sono risorse pubbliche da spendere, mentre si parla per Genova di progetti da 25-30 miliardi di euro complessivi. Un'altra risorsa scarsa è il territorio. Per questo, è importante formare competenze e ingegni che sappiano come sfruttare al meglio il poco che c'è. Se non riusciamo a attrezzarci per intercettare lo sviluppo dell'Asia, resteremo fuori dall'Europa”.

Come esempi di mancanza di una governance, Vincenzi cita due recenti esempi genovesi a cui il porto a guardato con attenzione e un po' di delusione: “Quello che si è realizzato a Campi non è esattamente all'altezza di ciò che avevamo immaginato. Anche per Fiumara il risultato è assai modesto rispetto a quello che avrebbe potuto fare una governance più coraggiosa nel valorizzare il rapporto fra città e porto”.


Alberto Ghiara