Il porto di Genova è un vero affare per l’erario nazionale: nel 2008, tra Iva e accise, la merce transitata sulle banchine sotto la Lanterna ha fruttato un miliardo e 409 milioni allo Stato, secondo dati resi noti dal presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo.

 

Sono 400 milioni in più dell’anno precedente.

 

Il dato è abbastanza sorprendente se si tiene conto che i volumi di traffico 2008 sono stati in linea – con una leggera flessione per i container – rispetto a quelli del 2007: vuol dire che si è ridotta di molto l’evasione per i controlli delle dogane, o che il valore della merce transitata è maggiore.

 

Se fosse in vigore quella norma sull’extragettito da destinare ai porti voluta dal presidente della Regione Claudio Burlando ma a cui il governo Prodi non diede piena attuazione prima delle definitive dimissioni, oggi Genova avrebbe un tesoretto di 400 milioni da utilizzare per lo sviluppo delle infrastrutture.

 

Lo ha sottolineato ieri anche lo stesso Merlo spiegando che, nella bozza di riforma della legge sui porti all’esame del ministro Altero Matteoli, è previsto che agli scali resti ogni anno il 5% del gettito prodotto.

 

«Una cifra tra il 5 e il 10% sarebbe la cosa giusta» ha detto il presidente dello scalo che domani andrà a Roma col prefetto per la gara sul lavoro in porto. Merlo si è detto ottimista sulla possibilità di concludere la questione positivamente in tempi brevi.

 

(da: shippingonline.ilsecoloxix.it dell'11.03.2009)